Da 28 anni in Lombardia non cambia niente

Spesso nelle chiacchiere sulla politica capita di sentire o usare questa frase: ” Non voto, tanto non cambia niente “. E’ un’affermazione che io non condivido. Ma guardando alle imminenti elezioni regionali in Lombardia sembra essere vera. Perché da 28 anni il risultato è sempre lo stesso. Da 28 anni vince la destra; da 28 anni è cambiato poco o niente, anzi, molte cose son peggiorate. Dal ’97 la regione ha fatto di tutto per indebolire la sanità pubblica a favore di quella privata. Sanità privata che spesso ha usufruito di soldi pubblici per funzionare. Soldi nostri, per intenderci. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: i tempi di attesa per una qualsiasi visita in un ospedale pubblico (ma anche nel privato convenzionato) sono lunghissime e spingono chiunque se lo possa permettere a rivolgersi al privato. Ed è questo il punto: chiunque se lo possa permettere. Perché chi non può pagare deve aspettare, e tanto: un bambino con un sospetto ritardo del linguaggio deve aspettare un anno solo per la visita neuropsichiatrica, e ulteriore tempo per l’inizio della terapia. Ma ognuno di noi potrebbe raccontare un’esperienza di questo tipo. Questo non colpisce solo i ceti meno abbienti, ma anche quelli medi, dato che la spesa per la sanità ha un certo peso sullo stipendio. I problemi legati alla sanità e ai tempi di attesa non riguardano solo la Lombardia, è vero. In questi ultimi anni la situazione è esplosa in tutto il paese. Eppure in Lombardia è diverso: esiste un disegno preciso cominciato dall’ex presidente Formigoni il quale, in nome della libertà di scelta dei cittadini, ha iniziato a indebolire il servizio pubblico. Parlate con chi lavora nella sanità pubblica da più di 20 anni per capire che è un cambiamento in atto da tempo. Se avete tempo o voglia leggete articoli e libri, come “Assalto alla Lombardia” di Michele Sasso: l’obiettivo dichiarato della regione, in questi ultimi decenni, è stato trasformare la sanità in un business. Gli ospedali e interi reparti chiudono (ad esempio il reparto di psichiatria dell’ ospedale di Menaggio). Eppure basta andare nel vicino Veneto, sempre governato dalla destra da anni, per trovate una medicina territoriale e di prossimità accessibile. Ma non finisce qui: la gestione di Fontana della pandemia è stata, a dir poco, disastrosa. Non solo a causa della presenza di un assessore al welfare imbarazzante come Giulio Gallera (protagonista di numerose gaffe che hanno portato alle sue dimissioni), ma soprattutto a causa della scelta illogica e scellerata di mettere alcuni malati di covid nelle RSA piene di anziani, esponendo questi ultimi a un pericolo gravissimo e portando alcuni alla morte. Scelta per cui Fontana ha incolpato i tecnici (come se a governarci fossero i tecnici e non i politici). Potrei citare anche la gestione pessima di Trenord, che qualsiasi pendolare conosce. Parlare degli appalti concessi ad amici, dei direttori sanitari nominati solo per fedeltà al partito. Potrei parlare dell’antipatia che le giunte lombarde hanno espresso nei confronti dei diritti di donne, con le difficoltà di accesso all’aborto, e delle minoranze. Parlare della mancata concessione di 15.000 case popolari. In ogni caso è evidente la degenerazione della classe dirigente della destra lombarda, convinta di poter vincere qualsiasi elezione, anche quando commette disastri ed errori enormi, e di poter fare ciò che vuole.

E’ chiaro che in questo contesto queste elezioni non sono come quelle nazionali. Qui parliamo degli stessi partiti al potere da 28 anni. Ma quali sono le alternative? Apparentemente due, in realtà una. Perchè Letizia Moratti, candidata con Italia Viva e Azione e altre liste civiche, non è di certo una persona estranea a queste dinamiche. Sia per il suo percorso nel centrodestra, negli ultimi decenni, sia dopo la nomina di assessora al welfare dopo Gallera. Ma soprattutto perché ha accettato questa candidatura solo perché la destra ha preferito Fontana a lei. Sicuramente Moratti può essere un ottimo voto per quegli elettori e quelle elettrici del centrodestra che vogliono punire la giunta Fontana. Per gli altri la vera alternativa rimane il candidato Pierfrancesco Majorino di csx ( già assessore alle politiche sociali di Milano ed eurodeputato per il PD), sostenuto da PD, Sinistra italia-Europa verde, M5S e da una lista civica, la quale include candidati di +Europa (per Milano il consigliere Michele Usuelli, famoso per le sue battaglie e i suoi gesti) e di altri partiti minori. Il programma di Majorino è incentrato sul rafforzamento della sanità pubblica ma non solo: si parla di diritti, giovani, ambiente e lavoro, temi che la destra ha spesso trascurato. E’ un programma che io condivido appieno. In ogni caso non posso che appellarmi agli indecisi per dire: scegliete Majorino. Osservatelo durante tutto il suo governo della regione, punitelo se ritenete che vada punito alla prossima tornata elettorale. Com’è giusto che sia, perché così dovrebbe funzionare la democrazia. Ma dategli una possibilità. Non astenetevi. Non permettete che siano gli stessi a governarci. Gli stessi che non vengono mai puniti se commettono errori. Bisogna unirsi e sostenere chi propone un’alternativa, altrimenti è vero che non cambierà nulla e nel 2028 la Lombardia sarà governata da 33 anni dalla stessa destra.

Per chi fosse interessato al programma di Majorino lascio il link: programma Majorino

Per tutti gli altri programmi li trovate su internet.

Per approfondimenti: “Assalto alla Lombardia” di Michele Sasso.